Cultura generale Archivi - Pagina 2 di 3 - Tutela del Risparmio

26 Febbraio 2019
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In questo articolo andremo a trattare un’altra tipologia di titoli: le azioni.

Negli scorsi articoli infatti, abbiamo approfondito il discorso sulle obbligazioni, sul rischio e sulle tipologie più complesse di obbligazioni.

Azioni: definizioni e caratteristiche peculiari

A differenza delle obbligazioni, le azioni sono titoli di capitale.

Questo vuol dire che acquistando un titolo azionario, non si diventa creditori dell’impresa, ma soci.

Perché questa distinzione?

Il vantaggio dell’emissione di azioni per l’azienda rappresenta un modo per recuperare liquidità.

Il vantaggio da parte di chi acquista le azioni sono molteplici infatti il detentore acquista diversi diritti che sono:

  • la percezione dei dividendi;
  • Il diritto di voto in assemblea;
  • la possibilità d consultare determinati libri sociali;
  • la possibilità di impugnare le delibere assembleari invalide;
  • diritto di opzione: in caso di aumento del capitale questo è il diritto ad ottenere nuove azioni in proporzioni a quelle detenute in precedenza.

Quindi come si può capire in questo modo si ottengono diversi diritti che non si hanno con le obbligazioni ovvero si può incidere direttamente nell’amministrazione societaria.

Come con le obbligazioni, anche i titoli di capitale possono essere di diverse categorie:

  • di risparmio che non hanno diritto di voto, viene mantenuto invece il diritto ai dividendi;
  • privilegiate che prevedono una prevalenza nella distribuzione dei dividendi a fronte della limitazione del diritto di voto nelle sole assemblee. Queste tipologie di azioni dunque hanno un privilegio nella ripartizione degli utili;
  • a voto plurimo (solo per società non quotate);
  • a voto maggiorato.
  • ordinarie che prevedono invece tutti i diritti di cui sopra.

Dunque, sebbene molto sommariamente vengono spiegati i principali tratti dei titoli di capitale che verranno poi approfonditi nei prossimi articoli.

Da ciò avete dunque capito che la posizione dell’investitore cambia a seconda dello strumento scelto nella società.

Infatti, attraverso le obbligazioni verrà assunta la posizione di creditore della società mentre la società assume la posizione di debitore.

Mentre con le azioni verrà assunta la posizione di socio e in quanto tale, influente nella gestione della società in maniera proporzionale al capitale versato.


19 Febbraio 2019
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Esistono moltissimi tipi di obbligazioni. Una prima distinzione è tra due categorie ovvero:

  • ordinarie;
  • strutturate.

Le obbligazioni ordinarie

Bisogna prima di tutto ricordato cosa è stato detto nei precedenti articoli in merito alle obbligazioni.

Infatti, bisogna prima padroneggiare i basilari concetti delle obbligazioni e ricordare bene che cosa sia il rischio e quali tipologie esistano.

Le obbligazioni ordinarie sono suddivisibili a seconda della tipologia di tasso che le regola.

Possono quindi essere rispettivamente:

  • a tasso fisso;
  • a tasso variabile.

Nelle obbligazioni a tasso fisso l’interesse che viene percepito dall’investitore è predeterminato.

Questo vuol dire che l’investitore conosce a priori la quantità di interessi che andrà a percepire.

Nelle obbligazioni a tasso variabile la quantità di interessi che l’investitore andrà a ricevere non è sicura, ma determinata dall’andamento del mercato.

Le obbligazioni strutturare

Le obbligazioni strutturare vengono chiamate in questo modo perché più complesse e vengono “costruite” con i derivati.

Infatti, in questa tipologia sussistono sempre due componenti:

  • una componente semplice con l’obbligazione ordinaria;
  • un contratto derivato che lega l’obbligazione stessa a uno o più componenti di mercato.

Quindi attraverso la componente ordinaria si garantisce il rimborso del capitale a scadenza più lo stacco di eventuali cedole periodiche.

Attraverso la componente derivata si determina la variabilità del rendimento.

Prima di acquistare questo genere di prodotto è fondamentale comprendere la loro struttura a fondo in modo tale da non andare in contro a forti perdite.

La componente derivata può essere principalmente di due tipi:

  • opzioni;
  • swap.

Le opzioni garantiscono sotto il pagamento di un premio la facoltà di acquistare (CALL) o vendere (PUT) a scadenza (in genere ma non sempre) una data quantità di un sottostante a un prezzo predeterminato.

Lo swap invece consiste nello scambio di flussi di cassa tra due controparti determinati in relazione a uno strumento o a un’attività sottostante.

Come potete leggere queste definizioni non sono per nulla semplici, quindi affronteremo nei prossimi articoli nello specifico cosa sono opzioni e swap.

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8 Gennaio 2019
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L’inflazione è così distante dalle nostre vite?

Negli articoli precedenti abbiamo parlato dell’evoluzione nel tempo dei mercati, oggi tuttavia ci concentreremo su qualcosa che ci tocca più da vicino.

Inflazione è una parola che sentiamo tante volte e di cui sentiamo molto spesso parlare.

Quando si arriva a termini di economia poche persone capiscono davvero di cosa si parli.

Questo accade ovviamente perché l’economia, come ogni settore e argomento che esista, ha un proprio linguaggio settoriale.

Tuttavia, a differenza di altri linguaggi settoriali, (come quello proprio di chi fa il muratore) il linguaggio economico è radicato nella vita di tutti i giorni.

Infatti, non necessariamente nella nostra vita svolgeremo opere murarie in casa, ma tutti saremo costretti:

  • ad avere un conto corrente;
  • ad utilizzare mezzi di pagamento come il danaro;
  • a pagare le tasse.

Quelli elencati sopra sono solo esempi tangibili, inseriti concretamente nella nostra vita, di come ormai l’economia sia propria della nostra vita.

Da aggiungere a quello di sopra vi è poi un altro elemento da considerare: l’economia dei pezzi grossi, sebbene distante influenza la vita di tutti i giorni.

Un esempio è appunto quello dell’inflazione.

 

Cos’è l’inflazione?

 

Considerato un determinato arco temporale, l’inflazione non è altro che l’aumento generale dei prezzi.

That’s it!

Sicuramente avrebbero potuto trovare un nome che più ricordava queste cose.

Avrebbero potuto dire “Nell’anno X sono aumentati i prezzi”.

Ma ovviamente tutte le cose facili vanno complicate.

Sappiate solamente che inflazione deriva dal latino da “inflatio” e significa gonfiare.

Tralasciando la questione, in parole spicce cosa significa davvero questo termine?

Semplice se il vostro stipendio rimane uguale, ma l’inflazione aumenta vuol dire che potete comprare meno cose.

Questo fenomeno quindi si verifica quando i prezzi salgono mentre il potere d’acquisto diminuisce.

Quali sono le cause dell’inflazione?

 

Veniamo dunque concretamente a quali sono le cause del fenomeno descritto:

  • aumento della domanda;
  • aumento dei costi;
  • politica monetaria.

Infatti, se aumenta la domanda aumenta molto rapidamente rispetto all’offerta ecco che si avrà un complessivo aumento dei prezzi.

Per quello che concerne i costi invece, bisogna mettersi dalla parte delle aziende per capire il fenomeno.

Infatti, sa aumentano i costi le aziende, produrranno lo stesso livello di prodotti ma a un costo maggiore e quindi dovranno necessariamente alzare a loro volta i prezzi.

Per quanto riguarda la politica monetaria, bisogna trattare il danaro come qualsiasi altra merce.

Di conseguenza, se l’offerta di danaro aumenta rapidamente, il valore della moneta scende (l’opposto dell’aumento di domanda). Se il valore della moneta scende di conseguenza il prezzo dei beni sale.

L’inflazione sfavorisce i risparmiatori perché ogni euro risparmiato varrà meno in futuro.

A meno che il denaro non venga conservato in un conto che paga un tasso di interesse pari o superiore al tasso di inflazione, il potere d’acquisto dei risparmi scende.

Per questo bisogna prediligere l’investimento rispetto alla tenuta in conto corrente.

I creditori ci rimettono e i debitori ci guadagnano con l’inflazione, infatti a scadenza il creditore si troverà con un danaro che può letteralmente “acquistare meno cose”.

Soprattutto se il tasso di inflazione è maggiore rispetto al tasso di interesse dovuto al creditore.

Conclusioni

 

Che lo vogliate o no l’economia è uno strumento che, anche sommariamente, va conosciuto da tutti per capire come sta girando il mondo.

Ora conoscete l’inflazione e l’effetto che questo ha sui vostri risparmi.

 

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25 Dicembre 2018
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Finanza olistica: perché?

Nella parte precedente abbiamo parlato dei mercati e della loro evoluzione.

Come promesso è uscito per Natale il continuum del filone iniziato nel precedente articolo

Per essere buoni consulenti finanziari indipendenti occorre applicare una corretta pianificazione.

Premesso che mi occupo di finanza da 1/3 di secolo, l’impulso è dato dalla Finanza Olistica.

La finanza attuale è senza alcun dubbio patologica, figlia di una cultura finanziaria patologica: denaro per fare altro denaro.

Il vero valore del denaro

L’economista britannico John Keynes fu il padre della macroeconomia e considerato il più influente tra gli economisti del XX secolo.

Questo nel 1930 immaginando il futuro economico per i suoi nipoti disse una celebre frase.

Dovremo avere il coraggio di assegnare alla motivazione “denaro” il suo vero valore.

L’amore per il denaro come possesso, e distinto dall’amore per il denaro come mezzo per godere i piaceri della vita sarà riconosciuto per quello che è: una passione morbosa, un po’ ripugnante, una di quelle propensioni a metà criminali e a metà patologiche che di solito si consegnano con un brivido allo specialista di malattie mentali.

Ciò è dovuto in parte alla natura umana tuttavia questo è strumentalizzato dal sistema finanziario per proporre prodotti d’investimento inutilmente costosi, rischiosi e indecifrabili.

Olismo e finanza olistica

Due esempi generali di Olismo per comprenderne il concetto:

  • Un organismo biologico va considerato sempre come un’unità-totalità non esprimibile con l’insieme delle parti che lo costituiscono;
  • Un aeroplano che vola, resta e si muove per aria, è difficile dire che funzioni come “somma dei suoi componenti”. Infatti senza tale sommatoria sommatoria funzionale delle sue parti, non sarebbe identificabile con un “oggetto che vola”.

La principale differenza fra la finanza classica e la finanza olistica è che la seconda s‘interroga sui bisogni reali di colui che vuole investire.

Il denaro è considerato un mezzo e non finalizzato a sé stesso.

Tra le fonti di ispirazione ci sono le conoscenze sviluppate dai famosi studiosi: Robert Shiller, Eugene Fama, Nassim Taleb e William J. Bernstein.

  • Shiller è uno dei padri della finanza comportamentale. Professore all’Università di Yale, con Fama è stato insignito nel 2013 del Premio Nobel per l’Economia, «per le loro analisi empiriche sui prezzi delle attività finanziarie»;
  • Fama ha sempre insegnato all’Università di Chicago. La sua tesi è che le variazioni dei prezzi delle azioni sono casuali e seguono un cammino casuale. Con  Shiller è stato insignito nel 2013 del Premio Nobel per l’Economia;
  • Taleb è un filosofo, saggista e matematico libanese naturalizzato statunitense. È esperto di matematica finanziaria sull’influenza delle probabilità nella vita e negli eventi. Autore nel 2007 de “Il cigno nero”, inserito dal Sunday Times tra i libri che hanno cambiato il mondo;
  • Bernstein è un neurologo americano e un teorico finanziario. Fu ricercatore nel campo della moderna teoria del portafoglio, ha pubblicato libri per investitori individuali che desiderano gestire i propri portafogli azionari.

Paolo Sironi

Ad oggi, uno dei principali teorici del futuro della finanza personale nel mondo è un italiano che conosco personalmente è Paolo Sironi. 

Questo si occupa del rapporto fra tecnologica e finanza per IBM con il progetto Watson (uno dei più importanti progetti d’intelligenza artificiale al mondo).

Nei suoi libri spiega con solide argomentazioni che l’approccio definito Goal Based Investing è il futuro della consulenza finanziaria.

Infatti,  la tecnologia tenderà a sostituire i consulenti finanziari intesi in modo “tradizionale”.

Ovvero quelli che dovrebbero fornire raccomandazioni per ottimizzare il rapporto rischio/rendimento dei portafogli dei clienti).

 

CHIOSA FINALE SECONDA PARTE

Insieme a diversi colleghi in Italia, negli ultimi intensi mesi, stiamo lavorando affinché questo approccio si diffonda e possa perfino migliorare il sistema finanziario: la cultura finanziaria, sta passando dallo stadio classico/patologico allo stadio che io, e non solo, definisco olistico.

Concludendo, l’approccio che sempre più ci contraddistingue, è improntato alla massima semplicità e sempre più finalizzato alla realizzazione dei suoi obiettivi di vita.

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11 Dicembre 2018
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Evoluzione dei mercati e finanza olistica: parte 1.

Oggi e nel prossimo articolo di Natale, approfondiamo due temi che ci riguardano da vicino ovvero la finanza olistica e i mercati finanziari.

Infatti, bisogna considerare che ognuno di noi è microscopico rispetto all’universo degli investimenti.

Daremo in questa prima parte una chiave di lettura dei mercati: 2008 – 2018 – 2028.

Dunque, sono trascorsi dieci anni dall’ultima recessione economica e crisi finanziaria: 2008 – 2018, cosa ci si aspetta di qui a dieci anni?

2018 – 2028: è necessario in oltre, ampliare la mente ed avere una Vision per i prossimi anni, avendo ben presente i Tuoi Obiettivi di Vita.

Le tue risorse non sono solo quelle finanziarie e comprendono tutte le “Classi di Attivo” con un valore significativo ed un prezzo sul mercato.

Di conseguenza, un patrimonio va dalla liquidità agli investimenti finanziari, dalle partecipazioni societarie all’oro, dagli immobili ai beni quali auto, barche, arte, e così via.

Tornando al focus attuale la domanda sorge spontanea: cosa ci possiamo aspettare e cosa ha che fare la finanza con l’olismo?

Si tratta, come anticipato di 2 puntate, perciò prima di svelare l’arcano dobbiamo procedere per gradi per comprendere bene il fenomeno.

5 TEMI IN 30 NUMERI PER CAPIRE L’UNIVERSO ATTUALE RISPETTO A DIECI ANNI FA

Abbiamo identificato cinque Mega-Temi che stanno dissolvendo alcune certezze di vecchia data e le profonde trasformazioni che sono in atto.

Quindi, tali mutamenti sono sia economici, sia sociali e di conseguenza richiederanno cambiamenti altrettanto profondi in noi stessi e nelle strategie da adottare a breve-medio-lungo termine.

I Mega-Temi sono:

  1. Governi / Mercati;
  2. Paesi Emergenti / Paesi Sviluppati;
  3. Mercato Pubblico / Mercato Privato;
  4. Umani / Macchine;
  5. Umani /Ambiente.

1° TEMA GOVERNI / MERCATI

  •  Debito globale in trilioni o miliardi di miliardi (espressi in US$):

2008 Da $ 116.000.000.000.000.000.000

2018 A   $ 164.000.000.000.000.000.000

2008 Da 19 Stati e 6 Società

2018 A    11 Stati e 2 Società

  • Bilanci delle Banche Centrali FED, BCE e BOJ (Giappone):

2008 Da $   5,7 trilioni

2018 A   $ 14,8 trilioni

  • Valore Obbligazioni societarie BBB in circolazione negli Stati Uniti, in bilioni (milioni di miliardi):

2008 Da $    760.000.000.000.000

2018 A   $ 2.700.000.000.000.000

Ergo: Esplosione del debito mondiale a discapito della qualità.  

2° TEMA MONDO EMERGENTE / MONDO SVILUPPATO

2008 Da $   9,2 trilioni

2018 A   $ 16,6 trilioni

Ergo: Transizione ad una nuova globalità in cui i nuovi emergenti ora sono i paesi più arretrati.

3° TEMA MERCATO PUBBLICO / MERCATO PRIVATO

  • Posizioni nette di debito societario dei primari operatori statunitensi:

2008 Da $ 112 bilioni

2018 A   $    18 bilioni

  • Rendimento del BUND decennale tedesco:

2008 Da 4,6%

2018 A   0,3%

  • Rendimento del BTP decennale italiano:

2008 Da 4,9%

2018 A   3,2%

  • Numero di società di proprietà di private equity statunitensi:

2008 Da 4.643

2018 A   7.265

Ergo: Ristrutturazione dei mercati dei capitali e aumento del flusso da pubblico a privato.

4° TEMA UMANO / MACCHINA

  • Le sei maggiori aziende al mondo per capitalizzazione di mercato:

2008 Da EXXON MOBIL, CHINA MOBILE, MICROSOFT, PETROCHINA, GENERAL ELECTRIC,  INDUSTRIAL AND COMMERCIAL BANK OF CHINA

2018 A   ALPHABET (GOOGLE + ALTRE), AMAZON, TENCENT, APPLE, FACEBOOK, MICROSOFT

  • Nuove vendite di smartphone in tutto il mondo:

2008 Da    185 milioni

2018 A   1.460 milioni

  • Penetrazione globale di Internet (utenti in percentuale della popolazione):

2008 Da 24%

2018 A   49%

Ergo: Crescente importanza economica della tecnologia rispetto alla economia tradizionale.

5° TEMA UMANO / AMBIENTE

  • Temperatura media (aumento del cambiamento climatico e riscaldamento globale):

2008 Da 14,68°

2018 A   15,23°

2008 Da 31,9 Gt C02

2018 A    37,2 Gt C02

2008 Da 6.691.000.000 di persone

2018 A   7.600.000.000 di persone

Ergo: Madre Terra è stremata ed investimenti sociali e responsabili fanno bene al portafoglio.

 

CHIOSA FINALE PRIMA PARTE

  1. I dati macro definiranno il nostro ecosistema economico e trasformeranno gli investimenti;
  2. La grande disinflazione è probabilmente finita;
  3. Perfezioneremo la diversificazione del rischio per gli investimenti a medio-lungo termine;
  4. I mercati emergenti (attuali e in divenire) assumeranno sempre maggiore importanza;
  5. La finanza responsabile e sostenibile diverrà parte integrante nei processi di investimento.

 

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27 Novembre 2018
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Italia il male d’Europa?

Spesso si sente parlare dell’Italia come se fosse l’ultimo paese d’Europa, se non l’ultimo, quasi.

Nell’articolo precedente abbiamo parlato di come la conoscenza di legge, decreto legge e decreto legislativo ci permetta di comprendere meglio la politica.

In questo vogliamo farvi rendere conto che non tutto ciò che appare è ciò che davvero è.

Sicuramente l’Italia, insieme a quello che spesso viene definito “italiano medio”, ha i suoi difetti.

Tuttavia, mi viene in mente la famosa battuta di Orson Welles nel film il “Il terzo uomo” in cui paragonando Italia e Svizzera emerge che il bel paese non sia così male.

 

Questo dopotutto potrebbe essere detto solamente per spirito patriottico, andiamo quindi a cercare evidenze di cosa stiamo dicendo.

EBA e il confronto delle banche

Le banche ormai sono sempre sotto stretto controllo delle autorità per evitare che si ripetano grandi crack storici, ampiamente conosciuti.

Andiamo ad analizzare cosa ne pensi l’EBA (autorità bancaria europea) di 3 banche:

  • Deutsche Bank, tedesca;
  • Unicredit, italiana;
  • BNP Paribas, francese.

 

Nella foto a sinistra andiamo ad analizzare il CET 1.

Il CET 1 viene calcolato rapportando il capitale ordinario versato (Tier 1) con le attività ponderate per il rischio.

In sostanza il CET1 ci dice con quali risorse la banca riesce a garantire i prestiti concessi ai clienti ed i rischi rappresentati dai crediti deteriorati

In questo grafico sono presenti lo scenario attuale (il test è stato eseguito nel 2018) e il peggiore scenario possibile nel 2019.

La situazione attuale sembra abbastanza rosea per tutte le banche, prima in classifica la Germania e ultima la Francia.

Ma guardate cosa potrebbe succedere nel 2019, infatti le classifiche cambiano:

  • Prima in classifica l’Italia;
  • Seconda la Francia;
  • Ultima la Germania che a stento riuscirebbe a sopportare le misure imposte dalla MIFID 2.

 

Andiamo a vedere un altro risultato interessante dello stesso test.

Nel grafico è rappresentato il rapporto di copertura.

Rapporto fra le riserve per i rischi su crediti e il totale degli impieghi in sofferenza.

Questo indicatore viene utilizzato per valutare in che termini la banca può sostenere le perdite dei finanziamenti originati dell’esercizio dell’attività di credito.

Manco a dirsi, ancora una volta, l’ultima in classifica è la banca tedesca, sia in condizioni attuali che nel peggiore scenario.

PIL. Gli altri sono tanto migliori?

 

Ora tanto siamo additati per il PIL, ma andiamo a misurarci con altri paesi Europei attraverso l’IMF(Fondo Monetario Internazionale.

Assolutamente è vero, non siamo tra i paesi che brillano.

Ma i paesi che additano dovrebbero ricordarsi di avere un PIL inferiore alla Grecia e alla Spagna.

L’egemonia di questi paesi è davvero così forte come vogliono farci credere?

 

E l’Italia è davvero il paese peggiore dell’Europa?

 

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13 Novembre 2018
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Nell’articolo precedente abbiamo parlato del concetto di indipendenza che ben si sposa con il consulente finanziario indipendente.

Le dinamiche che influenzano i mercati dipendono molto dalle politiche che vengono adottate da chi ci governa.

Una differenza sostanziale per capire quali siano le manovre messe in atto dalla politica odierna è quella di capire la differenza tra:

  • legge ordinaria;
  • decreto legge;
  • decreto legislativo.

Infatti, capire la politica può risultare difficile se non si hanno gli strumenti adatti per farlo.

In questo articolo andremo più a fondo sulle differenze già accennate nel post pubblicato sulla nostra pagina Facebook.


26 Ottobre 2018
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Partiamo come sempre dalle definizioni.

Dunque, cos’è l‘indipendenza?

Dal dizionario scopriamo che è un sostantivo femminile riferito a chi è indipendente.

Quindi è “la condizione di chi o di ciò che è indipendente”.

Indipendente è un soggetto che non è subordinato ad altre cose o persone.

America e indipendenza.

 

Facendo riferimento a questo termine dunque non possiamo non ricordare la guerra d’indipendenza dell’America.

Per la potenza mondiale che diventò poi, fino a oggi, l’indipendenza rispetto alla Gran Bretagna fu così importante da fare una guerra e dedicarvi poi una giornata: l’Independence Day.

L’Indipendenza, festeggiata ogni 4 luglio, è una giornata in cui si commemora l’indipendenza delle 13 colonie che nel 1776 si distaccarono dalla Gran Bretagna.

La guerra che si scatenò vide coinvolte le più grandi potenze europee.

Al fianco delle 13 colonie americane furono coinvolti il Regno di Francia, il Regno di Spagna, e le Provincie unite

Al fianco degli inglesi si trovarono molti mercenari e piccoli stati tedeschi.

Il leader che fece dell’indipendenza la sua ragione di vita fu George Washington: egli infatti, condusse l’America alla vittoria chiave di Yorktown.

La battaglia sopra menzionata segnò la svolta della guerra che si concluse con la firma del trattato di Parigi nel 1783.

Oltre all’‘indipendenza degli Stati Uniti la Gran Bretagna dovette riconoscere altre terre alla Spagna e alla Francia.

Questo sunto della vicenda americana è solo la punta dell’iceberg.

Infatti, molti paesi combatterono per l’indipendenza e la ottennero.

 

 

Ma senza andare distanti, nel percorso di vita di tutti i giorni, si combatte per l’indipendenza:

Da ciò veniamo dunque a capire l’importanza di questo valore e il suo stretto legame con la libertà.

Infatti, è solamente attraverso l’indipendenza che possiamo essere davvero padroni delle nostre scelte.

 

Indipendenza: consulenza finanziaria.

 

Anche nel campo finanziario si può dunque parlare di indipendenza.

Autonomia del professionista che decide di lavorare in ambito finanziario: il consulente finanziario indipendente fee-only. (Leggi il nostro articolo su come scegliere il tuo consulente!)

E proprio in pochi come le 13 colonie, i consulenti finanziari indipendenti decidono di operare dando un vantaggio al cliente.

Ma perché si può considerare indipendente?

L’ indipendenza del consulente deriva dal fatto che questo non sia assoggettato ad alcun intermediario: l’unico soggetto di cui fa gli interessi è il cliente.

A questo punto potrebbe derivare un’obiezione: questo consulente dipende dal cliente!

Sicuramente è vero che viene pagata una parcella.

Bisogna considerare tuttavia che questo non è un banale rapporto professionista – cliente.

Infatti, se è vero che il cliente sceglie il proprio professionista, è anche vero che è il professionista a scegliere il proprio cliente.

Un cliente che:

  • appoggi gli ideali di indipendenza che il consulente ha abbracciato;
  • sia pronto a intraprendere un vero percorso di crescita in ambito finanziario;
  • comprenda che il risultato in merito alle proprie finanze sia anche merito suo suo di chi?;
  • e soprattutto sia pronto a instaurare un vero rapporto fiduciario perché dovrebbe essere pronto a fidarsi?.

Un vero consulente finanziario indipendente instaura un rapporto fiduciario con il proprio cliente, senza cui sarebbe pressoché impossibile lavorare. È ovvio, è una frase superflua, non utile.

Senza fiducia si verrebbero a creare situazioni di nervosismo e malessere generale deleterie per il rapporto professionale e psicologico di entrambe le parti. La parte sulla consulenza finanziaria è migliorabile: semplificazione di contenuti e di messaggio da trasmettere.

Indipendenti, forti, insieme.

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16 Ottobre 2018
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Se sei interessato alla pianificazione finanziaria devi avere ben chiaro quali siano le differenze tra i ruoli citati nel titolo.

Questi infatti vengono spesso confusi generando indifferenza e pregiudizi e malessere nello svolgimento della professione.

Sono presenti due tipologie di consulenti finanziari:

  • abilitati all’ offerta fuori sede;
  • autonomi (indipendenti).

I consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede: promotori finanziari

Questa tipologia di consulenti lavora direttamente per un intermediario, sia esso una banca, una società di gestione del risparmio o un’assicurazione.

Di conseguenza, i promotori finanziari non consiglieranno altro che prodotti legati all’intermediario per cui lavora.

Questo significa che non offrirà mai ai propri clienti strumenti che, seppur maggiormente vantaggiosi, non sono dell’intermediario che l’ha assunto.

Inoltre, l’intermediario remunera il promotore con una provvigione che spinge a collocare il maggior numero di prodotti possibile

Per il cliente questo significa:

  • ridurre la possibilità di effettuare una migliore selezione di prodotti finanziari;
  • acquistare un prodotto e non ricevere un consiglio su un prodotto;
  • aumentare potenzialmente i costi.

Questo può generare conflitti di interessi tra banca e cliente e il promotore viene a trovarsi tra “l’incudine e il martello”.

Infatti il consulente finanziario deve rendere conto a due parti con interessi differenti:

  • il cliente che vuole effettuare un investimento vantaggioso, poco rischioso e altamente remunerativo;
  • la banca che vuole che vengano collocati il maggior numero di prodotti possibile, indipendentemente dalla genuinità del prodotto.

I consulenti finanziari indipendenti.

 

Il come istituzionale è consulenti finanziari autonomi, tuttavia questi professionisti si definiscono con l’aggettivo indipendenti.

Il termine indipendenza indica la totale assenza di conflitti di interesse, infatti l’unica parte a cui questo deve rendere conto è il cliente.

Il cliente finanziario indipendente esaminerà la vasta gamma di prodotti offerti dal mercato e consiglierà al cliente la soluzione migliore per lui.

Questi professionisti inoltre non offrono solo un servizio di selezione del prodotto, ma accompagnano la crescita della cultura finanziaria del cliente.

Proprio come un qualsiasi altro professionista il consulente viene pagato a parcella.

Questo non detiene il patrimonio del cliente e non è invogliato a vendere alcun prodotto di alcuna istituzione finanziaria.

Infatti la decisione finale è presa dal cliente e che paga il consulente indipendentemente dalla decisione.

Nessuno può stabilire quale delle due professioni sia la migliore, si può tuttavia giudicare la professionalità del soggetto che la esercita.

Bisogna ricordare che spesso entrambi i professionisti collaborano tra loro per offrire un migliore servizio al cliente.

Chi lavora nell’etica e nella professionalità renderà sempre onore alla professione che esercita, qualunque essa sia.

 

 

 

 

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10 Ottobre 2018
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Liberarsi dai debiti è la chiave per diventare finanziariamente indipendente

Molte volte liberarsi dai debiti sembra una cosa impossibile quindi si vuole fornire in questo articolo qualche consiglio atto allo scopo.

Un debito è l’obbligo del debitore di adempiere ad una determinata prestazione a vantaggio del creditore.

Quando un soggetto ha più uscite che entrate si rivolge a un intermediario per ricevere del denaro a prestito. Il soggetto che riceve il danaro è il debitore mentre chi lo presta è il creditore.

Sostanzialmente che si voglia o no sono due gli step per liberarsi dei debiti:

  • spendere meno di quello che si guadagna, infatti in questo modo non si creeranno nuovi debiti;
  • affrontare tutti gli impegni finanziari presi, quindi pagare i debiti preesistenti.

La regola fondamentale è quella di non ignorare i debiti in corso. Spesso quando un soggetto si trova in difficoltà finanziaria decide di non curarsi dei diversi obblighi assunti verso i propri creditori. Liberarsi dai debiti non è scappare dai debiti.

Il debitore che decide di non pagare sicuramente non ha varato che le conseguenze delle sue azioni potrebbero essere:

  • peggioramento del merito creditizio del soggetto;
  • una maggiore spesa dovuta all’eventuale scelta dei creditori di rivolgersi a un giudice che costringa il debitore a onorare il suo debito;
  • eventuale pignoramento dei beni in possesso;
  • decurtazione di parte dello stipendio;
  • completa bancarotta finanziaria.

Com’è possibile quindi liberarsi dei debiti definitivamente e correttamente?

Esistono tre fondamentali step da seguire per il debitore:

  1. Creare una lista degli impegni finanziari assunti. In questo modo il debitore avrà sempre sotto controllo quali sono i debiti da pagare senza correre il rischio di dimenticarsi qualche creditore. La lista creata deve includere il nome del creditore, gli interessi da corrispondere, l’ammontare pagato e da pagare e l’esborso per la rata corrente.
  2. Creare un budget. Una volta ben chiari quali siano gli impegni finanziari assunti bisogna pianificare le proprie spese. Questo semplice accorgimento permetterà di spendere con coscienza e dare priorità alle spese necessarie tra cui i debiti. Bisogna ricordarsi che quei debiti sono stati creati dal debitore stesso, magari dimenticandosi la differenza tra ciò che è necessario e ciò che desiderava
  3. Spendere meno di quello che si guadagna. Una volta creato il budget quello che è davvero necessario è metterlo in pratica concretamente. Tagliare i costi e pagare i debitori è l’unico modo per liberarsi dei debiti.
  4. Rivolgersi a un esperto: siamo infatti in grado di consigliare quali siano le migliori soluzioni di risparmio e investimento atto al raggiungimento dei vostri obiettivi di vita.

Sicuramente non è divertente onorare un debito, ma bisogna ad ogni modo onorarlo se si desidera diventare finanziariamente indipendenti.

 

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