Quale sarà il futuro dell’Italia?

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A preoccupare Conte è capire quale sarà il futuro dell’Italia: il primo ministro italiano lancia un vero e proprio ultimatum ai vice.

Lega e Movimento 5 Stelle sono dunque esortati a raggiungere quelli che sono gli obiettivi fissati in campagna elettorale e nel programma di governo.

Le ultime news su quale sarà il futuro dell’Italia.

Per l’Italia si prospetta un futuro molto preoccupante: indiscrezioni da Bruxelles lasciano intendere male.

Solo nello scorso articolo avevamo parlato del risultato di queste Europee del 2019. Ancora una volta però non si smette di parlare di rapporti complicati tra Europa e Italia.

Italia verso la procedura di infrazione

Emerge dall’ultima riunione dei capi di Gabinetto che Bruxelles conferma la necessità di aprire una procedura di infrazione contro l’Italia.

Siamo tutti sicuri che per aiutare un paese in crisi bisogna sicuramente multarlo.

Sarcasmo a parte la notizia potrebbe essere confermata il 5 giugno.

A questo punto, quale sarà futuro dell’Italia lo deciderà il Comitato economico e finanziario dei 28 paesi UE.

Secondo le voci giunte da Bruxelles non ci sarebbe più alcun dubbio sull’avvio del procedimento.

Infatti, la scorsa settimana l’Italia ha dovuto chiarire i motivi che hanno impedito la discesa del deficit. Alla risposta di Tria quindi seguirà una lettera da parte di Bruxelles.

Questa rappresenta probabilmente ma non sicuramente il primo passo della procedura di infrazione prevista per il Bel Paese.

Qual è la regola del deficit del 3%

Dopo aver accennato alle problematiche di quale sarà il futuro ormai certo dell’Italia, trattiamo della regola violata.

Si sente spesso parlare infatti di questa limiti sul deficit, ma quanti sanno davvero il proprio significato?

Quando veniamo multati per l’alta velocità in una strada qualsiasi, ci preme sapere a quale velocità andavamo.

Ora quindi, sapendo quale sarà il futuro dell’Italia, è bene informarsi su questo parametro:

  1. avere un rapporto negativo tra entrate e uscite significa che lo Stato spende più di quanto non incassi;
  2.  quindi deve fare debito pubblico per poter finanziare la propria spesa;
  3. In questo caso si parla di deficit.
  4. al contrario, un rapporto positivo significa che lo Stato incassa più di quanto spende.
  5. in questo caso si parla di surplus.

 

Quanti altri paesi avrebbero dovuto subire una procedura di infrazione negli ultimi 5 anni?

Passiamo dunque ora a fare l’avvocato del diavolo:

  • nel 2018 solo Cipro ha violato il parametro;
  • nel 2017 lo ha violato, e di poco, solo la Spagna (-3,1%) e il Portogallo si è fermato al limite (-3%);
  • nel 2016 troviamo fuori dai parametri ancora la Spagna (-4,5%) e la Francia (-3,5%);
  • nel 2015 Spagna (-5,3%) e Francia (-3,6%), Grecia (-5,6%), la Croazia (-3,2%), il Regno Unito (-4,2%) e il Portogallo (-4,4%).
  • nel 2014 Belgio (-3,1%), Bulgaria (-5,5%), Irlanda (-3,6%), Grecia (-3,6%), Spagna (-6%), Francia (-3,9), Croazia (5,1%), Cipro (-9%), Polonia (-3,7%), Portogallo (-7,2%), Slovenia (-5,5%), Finlandia (-3,2%) e Regno Unito (-5,3%).

In ogni caso possiamo dire che, negli ultimi cinque anni, poco meno della metà degli Stati membri Ue (13 su 28) hanno violato il tetto del 3% al rapporto deficit/Pil.

Chi sforerà quest’anno? Secondo le previsioni la Romania (-3,5%) e la Francia (-3,1%).

Quale sarà il futuro dell’Italia, signori non sarò io a dirvelo. Cosa rischia l’Italia potete leggerlo qui.

Di sicuro possiamo analizzare il passato, e quello che sappiamo è che le procedure di infrazione non sono state 13.

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